All’interno del menù di OSSO Macelleria e Fornelli puoi facilmente notare come uno degli elementi principali siano le tartare. Cinque le tipologie: da quella di reale classica a quella con cuore di burrata, pomodori confit e acciughe, senza dimenticare le due di controfiletto (una con lime, erba cipollina e avocado, l’altra con crumble al prezzemolo e mandorle) e quella di filetto battuta al coltello.
Un piatto che ormai è diventato parte delle nostre abitudini culinarie: ma qual è la sua storia?
Come spesso accade il tutto si nasconde dietro ad una leggenda. Facilmente intuibile a partire dal nome, la tradizione assegna la nascita della tartare alla popolazione turca dei Tartari, che nel V secolo occupava la zona dell’attuale Mongolia. La loro predisposizione principale era quella al combattere e ciò rendeva essenziale un tipo di alimentazione e cucina che era adatta a dei guerrieri che dovevano percorrere lunghe distanze. L’intuizione nacque dal trasportare la carne, cibo numero uno all’interno della loro alimentazione, sotto le selle dei cavalli, inventandosi così un metodo di macinazione unico nel suo genere e che rendeva la carne subito pronta al consumo.
Fu nel 1900 che questo tipo di consumo della carne cruda si diffuse anche in tutta Europa. La tartare era ben nota ai cuochi russi, che erano stati i primi ad importare questa metodologia nel Vecchio Continente. Lo scoppio della rivoluzione russa del 1917 spinse molti di loro a fuggire e a esiliarsi in Francia. Fu proprio quello il momento in cui la tartare cominciò a diffondersi e a diventare uno dei piatti tradizionali della cucina d’oltralpe. Grazie anche ad uno sviluppo tecnologico e di conoscenze, tipico del XX secolo, la tartare divenne famosa in tutta Europa arrivando fino al nostro millennio e nella cucina del nostro ristorante.